Nel cuore del centro storico di Lecce, alle spalle della Cattedrale, e con la facciata su uno dei percorsi urbani più importanti, i Conti di Lecce costruirono una grandiosa residenza, utilizzando in parte l′area e i materiali del contiguo teatro romano. Qui ebbe la sua dimora Maria d′Enghien, Contessa di Lecce, (1365 - 1444). Sposa, in prime nozze di Raimondello Orsini del Balzo, Principe di Taranto, ed in seconde nozze del Re di Napoli Ladislao D′Angiò Durazzo. Ella vi abitò almeno fino al 1435, quando la alienò, come narra l′Infantino, alla "famiglia Guarina" la quale, avendo successivamente deciso di alienarla a sua volta, la divise in tre quote. Di queste la centrale - che comprendeva un grande giardino e la quattrocentesca cappella di S. Stefano - pervenne nella seconda metà del ′500 alla famiglia leccese dei Panareo, del quale sono esemplari il portale bugnato, l′ariosa scalinata e l′androne, nel quale è utilizzata una colonna con capitello marmoreo proveniente dall′attiguo teatro romano. Nel 1745 il Palazzo fu acquistato dal Barone Pasquale Morisco (o Moresco), il quale fu Sindaco di Lecce. Il figlio di costui, Francesco, intorno al 1765, ristrutturò l′edificio, realizzando l′eccezionale atrio quadrangolare, opera insigne di Emanuele Manieri (1714 - 1780) e intervenendo anche sull′antica cappella di S. Stefano. Dai Morisco il palazzo passò ai Gualtieri. All′inizio del XX secolo, infine, il palazzo, per via ereditaria femminile pervenne a Luigi De Secly, l′eminente giornalista che diresse per molti anni "la Gazzetta del Mezzogiorno" e che a questo palazzo destinò la sua biblioteca di moderni libri di storia, di politica, di economia che è considerata tra le più ricche raccolte private esistenti in provincia. Con l′acquisto di una quota dell′attiguo Palazzo Penzini, infine, il genero di Luigi De Secly, il chirurgo prof. Nicola Galante, verso gli anni 50, ha provveduto a restaurare l′intero complesso; di particolare importanza la contemporanea ristrutturazione del giardino storico e che risulta essere disposto tra più livelli, culminando in una spettacolare vista sul teatro romano. All′interno di esso si possono ammirare diverse specie ornamentali, quali la Palma delle Canarie, le Cycas tra cui un esemplare di notevole dimensioni, l′erba cedrina, un Gelsomino bianco e un Gelsomino giallo, la Buganvillea, il Glicine, i Fiori d′angelo; di particolare pregio sono alcuni alberi di mandarino, Arancio dolce; un Arancio dolce innestato su Melangolo, ancora in ottimo stato di salute, ha le dimensioni sufficienti per attestarne una veneranda età. È stata così restituita alla città una delle residenze aristocratiche più prestigiose, anche relativamente all′arredo interno.

È in questo percorso storico-culturale che nasce l′idea di far coinvolgere chiunque volesse accostarsi ad una "nuova realtà storica" attraverso la realizzazione di un prestigioso B&B, "Conti di Lecce". La famiglia dei Marchesi Aditi di Castelvetere vi faranno da guida nel condurvi verso la conoscenza di nuovi mondi all′interno del Palazzo dove si trova una ricca e antica biblioteca, un giardino fiorito che con i suoi colori si affaccia sull′anfiteatro romano, portando poi gli ospiti a protendere lo sguardo verso il centro storico di Lecce con le sue bellezze barocche. Un itinerario alquanto completo e insolito che susciterà interesse e sorprenderà i propri ospiti con un′accoglienza sui generis e confortevole.